L'astrofilo italiano Paolo Fagotti scopre una supernova in M95
Venerdì 16 marzo, da Assisi, l’astrofilo italiano Paolo Fagotti ha “visto accendersi” un nuovo oggetto nelle immediate vicinanze nella galassia di M95.
Fagotti ha subito provveduto ad avvisare altri astrofili di Terni e da questi anche a Verona, dove l’osservatorio del Monte Baldo ha subito ripreso l’oggetto, misurandole la luminosità e realizzandone uno spettro, che seppure di qualità piuttosto scarsa a causa delle nubi, ha comunque permesso di capire che si trattava di un oggetto molto blu, senza apprezzabili righe di emissione né assorbimenti.
Fagotti ha subito provveduto ad avvisare altri astrofili di Terni e da questi anche a Verona, dove l’osservatorio del Monte Baldo ha subito ripreso l’oggetto, misurandole la luminosità e realizzandone uno spettro, che seppure di qualità piuttosto scarsa a causa delle nubi, ha comunque permesso di capire che si trattava di un oggetto molto blu, senza apprezzabili righe di emissione né assorbimenti.
Contemporaneamente altre misure fotometriche sono state raccolte da Antonio Vagnozzi dall’osservatorio di Stroncone, mentre all’osservatorio di Asiago il telescopio da 1,22 mt otteneva uno spettro, anch’esso molto disturbato dalle nubi ma in grado di mostrare un continuo simile a quello di una variabile cataclismica vicina al massimo.
Nei giorni successivi il telescopio da Galileo da 1,22 mt e il Nordic Optical Telescope, riprendevano ulteriori spettri che mostravano la rapida evoluzione dell’oggetto con larghe bande dell’idrogeno e dell’elio ed un profilo P-Cyg, strutture compatibili con quelle di una SN di tipo IIP. La velocità di espansione ricavata è di circa 15.000 km/s.
La Supernova è stata indipendentemente scoperta da Alessandro Dimai di Cortina d’Ampezzo in un immagine sempre del 16 marzo. Successivamente altre immagini precedenti hanno rilevato la SN in fasi ancor più precoci, come quella ripresa dallo stesso Dimai il 13.96, quando la Supernova era appena di mag. 19 e da Ulisse Quadri di Bassano Bresciano il 14.89 con una magnitudine di 17.3.
Tutte le informazioni raccolte dall’osservatorio sono state inserite nella circolare n. 3054 dell’International Astronomical Union, assieme agli altri dati raccolti dagli osservatori, primo fra tutti l’osservatorio di Asiago che ha osservato la supernova sia dall’Italia che dal telescopio nazionale Galileo, posto alle Canarie.
L’osservatorio del Monte Baldo sta ora seguendo notte dopo notte l’evolversi dell’evento, monitorandone l’andamento della luminosità e le variazioni di colori, in collaborazione con il prof. Ulisse Munari dell’Università di Padova.
L'immagine dell'Osservatorio del Monte Baldo è stata ripresa con il RC da 400 mm f.8, CCD Finger Lakes 1001e e filtri fotometrici Bj, Vj e Rc. Tempi di posa rispettivamente 900s, 300s e 300s. l'immagine di destra proviene invece dallo Sky Atlas Aladin del CDS http://aladin.u-strasbg.fr/aladin.gml